CAVIALE E LENTICCHIE (Allestimento del 2003)
Di Scarnicci & Tarabusi
Regia di Andrea Caldarelli
«Nove sandwich misti, un pollo in gelatina, sette tartine di caviale, dieci marons glacés, una bottiglia di whisky.» Non è lo strambo menù di un aperitivo, ma il risultato di una giornata di lavoro dell’invitato. Sì, insomma… lo scroccone, cioè, no l’ospite. Insomma, colui che ci onora della sua presenza e ci aiuta a condividere la gioia delle occasioni importanti. È per questo, del resto, che imbandiamo banchetti munifici e non badiamo a spese, almeno per quel giorno. Perché, in certi giorni, l’onore è tutto. Per essere ospite occorrono scaltrezza, esperienza, sapiente eloquio, amabilità; si richiedono occhio, mano e cervello svelti. Don Leonida Lamanna è tutto questo, e in più è poeta, artista. Zio della sposa alle 17, diplomatico alle 10, mentre alle 11 è filantropo, benefattore di una famiglia povera. La propria. Questo è «Caviale e lenticchie», ovvero la storia di una tentata truffa quasi riuscita che si trasforma in una mezza tragedia, per colpa di un sedicente assassino innocente e un po’ tocco. Che al massimo attenta al matrimonio di una coppia di sposi celibi e trafigge il cuore di una sognatrice, infermiera improvvisata. Aggiungete un cadavere vivo e una truffa maligna, naufragata per merito di un truffatore fallito, quasi pentito. Una vertigine di equivoci, beffe, gaffes e bluff maldestri. Fino a scoprire che il vero mascalzone è chi non t’aspetti. Per dirla tutta anche chi ti aspetti un po’ mascalzone lo è, ma con poetica e sbruffona ironia. Avete compreso? Ricominciamo: siamo nella povera e pittoresca casa dei Lamanna, dove bazzicano artisti geniali e incompresi che, in attesa del giusto riconoscimento dei loro talenti, si inventano il pranzo e la cena con mestieri improbabili: maratoneta del ballo, pittrice di cartoline, addetta delle pulizie in un teatro, ma soprattutto ospite con/senza onore e molta fantasia.
Davide Amurri
Cast
Leonida Lamanna - Fernando Bianchini
Valeria, sua moglie - Laura Silvetti
Fiorella Lamanna, loro figlia - Maria Luisa Silvetti
Roberta Lamanna, figlia di Leonida - Paola Cocchi
Antonio - Piero Piccioni
Matilde Lamanna, sorella di Leonida - Rossella Calfon
Donna Ilona Czibor, dama benefica - Gabriella Fagiani
Nicoletto Czibor, suo figlio - Roberto Gamberini
Raimondo Czibor, nipote di donna - Ilona Giordano Pierucci
Contessa Chiarelli d’Adda, dama benefica - Lidia Montecchiari
Barone Alfonso Chioccia - Walter Cortella
Velluto, ladro tuttofare - Fabio Campetella
Nonno Simeone, vecchio bersagliere - Lucio Cartechini
Alessio - Giovanni Biagiola
scenografia - laboratorio Potemkin
disegno luce, ricerca musicale - Aldo Caldarelli
costumi - Maria Sincini
rammentatrici - Lidia Montecchiari, Paola Cocchi
Regia di Andrea Caldarelli
«Nove sandwich misti, un pollo in gelatina, sette tartine di caviale, dieci marons glacés, una bottiglia di whisky.» Non è lo strambo menù di un aperitivo, ma il risultato di una giornata di lavoro dell’invitato. Sì, insomma… lo scroccone, cioè, no l’ospite. Insomma, colui che ci onora della sua presenza e ci aiuta a condividere la gioia delle occasioni importanti. È per questo, del resto, che imbandiamo banchetti munifici e non badiamo a spese, almeno per quel giorno. Perché, in certi giorni, l’onore è tutto. Per essere ospite occorrono scaltrezza, esperienza, sapiente eloquio, amabilità; si richiedono occhio, mano e cervello svelti. Don Leonida Lamanna è tutto questo, e in più è poeta, artista. Zio della sposa alle 17, diplomatico alle 10, mentre alle 11 è filantropo, benefattore di una famiglia povera. La propria. Questo è «Caviale e lenticchie», ovvero la storia di una tentata truffa quasi riuscita che si trasforma in una mezza tragedia, per colpa di un sedicente assassino innocente e un po’ tocco. Che al massimo attenta al matrimonio di una coppia di sposi celibi e trafigge il cuore di una sognatrice, infermiera improvvisata. Aggiungete un cadavere vivo e una truffa maligna, naufragata per merito di un truffatore fallito, quasi pentito. Una vertigine di equivoci, beffe, gaffes e bluff maldestri. Fino a scoprire che il vero mascalzone è chi non t’aspetti. Per dirla tutta anche chi ti aspetti un po’ mascalzone lo è, ma con poetica e sbruffona ironia. Avete compreso? Ricominciamo: siamo nella povera e pittoresca casa dei Lamanna, dove bazzicano artisti geniali e incompresi che, in attesa del giusto riconoscimento dei loro talenti, si inventano il pranzo e la cena con mestieri improbabili: maratoneta del ballo, pittrice di cartoline, addetta delle pulizie in un teatro, ma soprattutto ospite con/senza onore e molta fantasia.
Davide Amurri
Cast
Leonida Lamanna - Fernando Bianchini
Valeria, sua moglie - Laura Silvetti
Fiorella Lamanna, loro figlia - Maria Luisa Silvetti
Roberta Lamanna, figlia di Leonida - Paola Cocchi
Antonio - Piero Piccioni
Matilde Lamanna, sorella di Leonida - Rossella Calfon
Donna Ilona Czibor, dama benefica - Gabriella Fagiani
Nicoletto Czibor, suo figlio - Roberto Gamberini
Raimondo Czibor, nipote di donna - Ilona Giordano Pierucci
Contessa Chiarelli d’Adda, dama benefica - Lidia Montecchiari
Barone Alfonso Chioccia - Walter Cortella
Velluto, ladro tuttofare - Fabio Campetella
Nonno Simeone, vecchio bersagliere - Lucio Cartechini
Alessio - Giovanni Biagiola
scenografia - laboratorio Potemkin
disegno luce, ricerca musicale - Aldo Caldarelli
costumi - Maria Sincini
rammentatrici - Lidia Montecchiari, Paola Cocchi